note ai testi

(1)  Michel Foucalt: Eterotopie in Archivio Foucault, (Milano Feltrinelli 1998):
“Quarto principio. Le eterotopie sono connesse molto spesso alla suddivisione del tempo, ciò significa che aprono a quelle che si potrebbero definire, per pura simmetria, delle eterocronie; l’ eterotopia si mette a funzionare a pieno quando gli uomini si trovano ad una sorta di rottura assoluta con il loro tempo tradizionale; in base a ciò è possibile dedurre come il cimitero debba essere inteso come un luogo altamente etero topico perché dà luogo a questa strana eterocromia che è per un individuo la perdita della vita, e una quasi eternità dove non si cessa di dissolversi e di cancellarsi. Generalmente, in una società come la nostra, eterotopia e eterocromia sorganizzano e si combinano in modo relativamente complesso. Innanzitutto, ci sono le eterotopie del tempo che si accumula all’infinito, come ad esempio i musei, le biblioteche.  Musei e biblioteche sono eterotopie ove il tempo non smette di accumularsi e di raccogliersi in se stesso, mentre nel XVII secolo, e fino al termine di esso, i musei e le biblioteche erano l’espressione di una scelta individuale.  D’altra parte, l’idea di accumulare tutto,  l’idea di costituire un luogo per ogni tempo che sia a sua volta fuori dal tempo, inaccessibile alla sua stessa corruzione, il progetto di organizzare così una sorta di accumulazione perpetua e indefinita del tempo in un luogo che non si sposta, tutto ciò appartiene alla nostra modernità. Il museo e la biblioteca sono eterotopie tipiche della cultura occidentale del XIX secolo.(…) ”

(2 Michel Foucalt: La parola e le cose, (Rizzoli editore, 1978)

(3 )Victor Sklovskij: La mossa del cavallo: libro di articoli, 1923  (Bari: De Donato, 1967). Edizione originale: Chod Konia (Moskva-Berlin, 1923). Elemento di spicco del gruppo dei formalisti di Pietroburgo, Opojaaz-Victor SKlowskij pubblica nel 1923  ”La mosssa del cavallo” nel quale paragona il discontinuo percorso del “cavallo” nel gioco degli achacchi, al procedimento dell’arte (e della critica letteraria). Il prodotto artistico registra uno scarto, una differenza, rispetto la realtà ed il quotidiano. Ciò da origine allo straniamento semantico che si verifica anche quando un determinato elemento linguistico passa dalla serie artistica di appartenenenza ad un’altra (per esempio dalla favola alla poesia). 
Va ricordato che per Sklovskji lo spostamento semantico ha come funzione basilare il recupero della funzione originaria della lingua, la sua antica purezza comunicativa.